
Erano sempre stati l'uno per l'altra, per tutta una vita
segnata dalla guerra, dalla povertà,
dall'amore assoluto. Quando finalmente le cose avevano
iniziato a procedere su binari
sicuri, lui si era ammalato. Uno di quei mali cattivi, uno
di quelli che non perdonano.
Lei, quando glielo avevano dovuto dire, si era rifiutata di
crederci. No, lui no, a lui non
doveva e non poteva succedere.
Era stata costretta ad accettare la realtà. Poi era
peggiorato, tutto faceva presagire una
tragedia imminente. Lui dal loro letto che lo accoglieva da
mesi la tranquillizzava, lei
tenendogli la mano gli sorrideva.
Poi una livida mattina di dicembre , mentre lei in cucina si
versava un caffè lui la chiamò
con la voce divenuta rauca e flebile -Vieni, aiutami ad
alzarmi, non voglio affrontarla
da perdente, voglio farle vedere che ho combattuto e so
ancora combattere-
Lei sorresse senza fatica quelle poche decine di chili che
erano il suo uomo, lui si alzò dritto
come un soldato, la guardò con amore e con rimpianto, poi
chiuse gli occhi afflosciandosi.
E se ne andò.
Marisa Cappelletti
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