giovedì 10 marzo 2016

Semplicemente cani?


Sono una animalista convinta ma senza eccessi. Ritengo che ogni animale, dal moscerino all'elefante, abbia il diritto di esserci e di vivere nel miglior modo possibile. La terra non é una proprietà esclusiva degli uomini, gli uomini sono una parte del regno animale e ritenere di avere un'intelligenza superiore agli animali, e pertanto decidere del loro destino, fa scendere di parecchio questa intelligenza.
Detto questo, nella mia famiglia i cani sono sempre stati una parte importante, fondamentale.
Il primo ad entrare nel nucleo familiare é stato Lupo, un cucciolone di pastore tedesco regalatoci da un amico. Bellissimo, equilibrato, si é sempre ritenuto il figlio maschio che non ho avuto e pertanto fratello alla pari di mia figlia. Tanto da reclamare per sé anche la merenda. E' stato il mio compagno libero di seguirmi, di lunghe passeggiate nella pineta del "nostro" paese di mare. E' morto all'età di  12 anni, straziandoci i cuori, stroncato da due infarti provocati dalla filaria, a quei tempi non curabile.

In seguito è arrivato Etienne, nome scelto da mia figlia, un setter inglese molto elegante, con la "puzza sotto il naso". E pestifero. Aveva 40 giorni quando un parente ce lo ha regalato, é stato tranquillo mezza giornata, poi ha scatenato l'inferno per 11 anni. Non ubbidiva, non andava d'accordo con nessuno, ha litigato con ogni tipo di cane, ha morso al collo lui, cane da caccia, un enorme pastore tedesco,  ha mangiato cappelli, biancheria, scarpe di famiglia e non, bevuto di tutto, anche candeggina, fatto tuffi in mari in burrasca, in canali di scolo uscendone nero, nella piscina condominiale per la gioia dei bagnanti, ha invaso, non invitato, case altrui, ha dato la caccia fino agli ultimi giorni a tutte le povere lucertole che gli capitavano a tiro. Ma é sempre stato al mio fianco, amico fedele, anche in tante notti insonni, in giorni bui come in giorni tranquilli,
se io non dormivo lui non dormiva, se non mangiavo per lui era il digiuno volontario. Ci ha lasciati ad 11 anni dopo una breve malattia. Ed ha lasciato anche un enorme vuoto.

Non andrei mai e poi mai ad acquistare un cane, percio', dopo un breve periodo sono andata al Canile di Milano. Non pensiate che io sia senza cuore e dimentichi subito i cani precedenti, certo che no! Ognuno di loro é stato un compagno prezioso di vita, un grande amore e cosi' resterà per sempre, ma con gli anni ho preso coscienza di quanto questi splendidi animali meritino di avere una casa, una famiglia, quanto ci sanno dare senza pretendere, quanto siano i migliori amici che si possano desiderare. quanto sfortunati possano essere. E cosi' ho pensato ai cani adulti, a quelli che hanno sofferto ed aspettano da poco o da tanto, in una gabbia che qualcuno si accorga di loro
Allora ecco Giulia, boxer nero dai calzini bianchi, cosi' chiamata dall'obiettore di coscienza che svolgeva il suo servizio alternativo al canile. Che quando l'abbiamo fatta salire in auto si é messo a piangere perché le voleva bene, ma proprio perché la amava ce l'aveva raccomandata. Gli saro' grata per sempre perché Giulia é stata una compagna meravigliosa. Dolce, giocherellona, simpatica, solare. Aveva sempre una pallina in bocca durante le sue uscite nei parchi, dove correva con la lingua al vento, ed in casa aveva un grande cesto colmo di giochini che lei sceglieva uno ad uno ogni giorno.
Aveva 3 anni quando é venuta a vivere con noi, é morta a 12 anni dopo una malattia lunga.
Porto sempre con me la sua dolcezza ed il suo amore totale, come il mio per lei.

  
Ora c'é Agata, segugio italiano a pelo forte. Al canile stava nascosta dietro ad Ugo, compagno di box. Non si possono chiamare gabbie quelle del Parco Canile di Milano. E' un canile modello con addetti e volontari modello, che ogni giorno danno il massimo ed il meglio di sé per tutti gli ospiti di questa grande casa.
Agata l'avevano chiamata Susie e veniva da sette anni passati in (quella si') una gabbia abbandonata nel nulla dei campi incolti dietro il Cimitero Maggiore. Lei ed altri 3 cani maschi. Quasi niente cibo acqua ogni tanto, al freddo ed al caldo, senza pietà né libertà. Un giono finalmente sono stati sequestrati e portati al canile. Dopo 6 mesi ci siamo conosciute. E l'ho portata a casa, la sua casa.
L'ho chiamata Agata, perché degli anni precedenti non doveva conservare nulla, nemmeno il nome. Era magra, spaventata, le mancava il pelo era terrorizzata dalle auto, non sapeva fare le scale. Le abbiamo insegnato a correre nei prati, a salire le scale, a mangiare bene (ed anche troppo), a ricevere carezze ed attenzioni. E' diventata la mia body-gard, la mia ombra, mi ha ripagata con un amore immenso e totale, con una volontä ferrea di capirmi e di piacermi.
Ora é appena tornata a casa dopo un intervento d'urgenza per aver ingerito un pezzettino di ferro che le stava bucando il pancreas. Mangerebbe qualunque cosa. Sono stata in ansia, non ho dormito, ho aspettato. E' in convalescenza ed ha ripreso a russare allegramente! Ora, dopo 4 anni in famiglia é una cagnolona che ride con la bocca spalancata e con gli occhi dorati, mangia, ingrassa, é un enorme batuffolone di pelo biondo ed una creatura piena d'amore.





Marisa Cappelletti



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