martedì 1 marzo 2016

La spiaggia, la bionda, il paguro, il detective

Storia gialla a lieto fine, credo



Questa è una storia per cuori solitari che si commuovono facilmente quando si imbattono in una storia d’amore  e che altrettanto facilmente si spaventano davanti ad un enigma con sfumature gialle.  
Questa è la commovente storia di un povero paguro rimasto senza casa a causa di eventi sconosciuti, ma momentaneamente accasatosi in una conturbante decolleté rossa.
E è anche la storia di una bionda e di un detective, di uno scheletro  che poi….ma procediamo con calma.
Monroe si sedette sconsolato sulla sabbia fredda, accarezzando distrattamente il teschio della signora che un tempo fu. La signora in oggetto era stata rinvenuta il giorno precedente abbandonata, con tutte le ossa al posto giusto, accanto ad uno splendido paio di scarpe in vernice rossa,  in una depressione formatasi sulla spiaggia dopo una violenta mareggiata. E, come se questo non bastasse, lì vicino erano stati rinvenuti un dente d’oro ed un biglietto consunto e rovinato dall’acqua salata. Questa storia era troppo fantascientifica per essere vera, assurde le scarpe, assurdo lo scheletro, assurdo tutto i l quadro d’insieme
-Ecchecazz!- esclamò ricordando un film italiano visto di recente.
I marosi per un attimo rimasero sospesi nella loro furia, mentre il vento, sorpreso, lo schiaffeggiò sonoramente. Non avevano mai sentito un agente investigativo imprecare in una lingua così musicale. Però sempre imprecazione era!
Infilò i guanti canonici da detective ed afferrò con malgrazia le scarpe di vernice, facendo cadere un povero paguro senza-tetto che lì aveva trovato riparo.
No, a Monroe non la si fa, pensò. Infilò in un sacchetto apposito le calzature poi in un altro il dente d'oro ed infine il famigerato biglietto che, ci poteva scommettere i baffi appena tagliati, era finto antico. Da lì sarebbe uscita la traccia che gli avrebbe fatto risolvere il mistero.
Intanto il mare, stanco di agitarsi, si prese una pausa di relax.
Da un cottage li’ vicino una vocetta da bambina apostrofo’ il detective:
-Mi scusi agente, posso essere d’aiuto?-
Monroe si volto’ indispettito da quell’”agente” .  Ma quando vide la proprietaria della vocina si dimentico’ anche di far parte del famoso Federal Bureau of Investigation.
 Una strepitosa ragazza si stava sporgendo pericolosamente dal terrazzo di una casa sulla spiaggia e lo chiamava con la mano ed anche con tutto il resto.
-Venga agente, potrei essere la sua testimone!-
Il paguro intanto stava arrancando faticosamente verso il cottage.
Marilyn lo accolse entusiasta: con la sua proverbiale camminata, il profumo Chanel n° 5, ça va sans dire, il sorriso incantevole.
Senza proferire una sillaba lo precedette alle sedie in legno laccato bianco ed al tavolo in cristallo sul quale c'erano due bicchieri ed una caraffa di limonata ghiacciata.
Il detective la seguì inebetito con la testa che andava di qua e di là di là e di qua, al ritmo dello strepitoso lato b della bionda.
I denti sfavillarono quando con quella inconfondibile vocetta da bimba lo invitò a sedersi.
Il mare rombava dentro e fuori la testa momentaneamente priva di alcunché di Henry.
Beh, sì, Monroe aveva anche un nome.
Marilyn Miller era, non facile a credersi, una scrittrice di gialli che si era costruita tutta da sola la scena di un delitto intricato e misterioso  per vedere di persona come poteva risultare l’ambientazione, prima di riportarla nero su bianco.
Purtroppo qualche curioso, dotato di una fervida fantasia, passando nei paraggi e scorgendo lo scheletro, aveva telefonato alla polizia la quale, prendendo un enorme granchio, tanto per stare in tema marino,  aveva allertato l’’FBI che aveva supposto un antico ed efferato delitto, mandando sul posto uno dei suoi migliori agenti.
Lei avrebbe voluto e dovuto spiegare l'inganno della donna sconosciuta, il cui scheletro aveva reperito su un noto sito internet che venderebbe anche il diavolo alla tua anima, le sue scarpe rosse ormai consumate, il dente della bisnonna buonanima, il biglietto finto antico ed il perché di tutto questo ma, appena gli occhi blu del detective furono liberi dalle lenti scure degli occhiali da sole, tutto quello che aveva da dire evaporò in una nuvoletta rosa che si andò a posizionare sul  capino biondo. Sbattendo le ciglia versò la bibita al bello e, tutti e due persi in un incanto marinaresco, brindarono ai colpi di fulmine.
Il paguro, che aveva faticosamente raggiunto i due sulla terrazza, cadde a chele all'aria, travolto dall'atmosfera romantica e dal soffio di vento che arrivò repentino dal mare blu cobalto ormai tranquillo, quasi che l'amore che viaggiava nell'aria l'avesse reso mansueto.
Il detective e la bionda, occhi negli occhi, non si accorsero di nulla, nemmeno del ragazzino che si era avvicinato furtivamente alla scena del presunto delitto e, veloce com'era veloce la nube che stava nascondendo il sole, aveva trafugato il dente d'oro e le scarpe di vernice rossa insieme al sacchetto sterile in cui erano stati riposti scientificamente.
Per ovvie ragioni aveva lasciato lo scheletro femminile ed il biglietto simil-antico, anche perché non sapeva leggere.
 E, come dice il poeta, il sole dal cielo sereno calando ridente nell'onda l'effusa di lei chioma bionda, sul baldo Enrichetto irraggiò (questa è una sfacciatissima licenza poetica). In parole povere i due si baciarono rapiti ed immemori di quanto stava loro intorno, mentre un fotoreporter arrivato per il delitto, immortalava la scena con tanto di paguro sullo sfondo per dare un tocco di colore esotico al tutto.
Intanto il mare, avanzando quatto quatto, si stava portando via lo scheletro ormai lasciato a sé stesso e nel contempo sfoderava le sue onde migliori per fare bella figura nella foto, alle spalle della neo coppia.
Un anno dopo
Marilyn Miller in Monroe stava leggendo le innumerevoli lusinghiere recensioni al suo ultimo libro  “Lo  scheletro dai tacchi a spillo” mentre Henry, scacciato dall'FBI per aver preso una enorme cantonata con la storia dello scheletro, il dente, le scarpe ed il biglietto  (un capro espiatorio ci deve pur sempre essere, nelle squadre speciali), si godeva il sole sulla terrazza a mare.
Il fascinoso ex agente stava  leggendo il rendiconto mensile dei suoi lauti guadagni in qualità di interprete principale, notato nella ormai famosa foto scattata sulla spiaggia da un talentuoso regista,  della famosa serie TV basata su storie realmente accadute di delitti irrisolti ed eroici nonché atletici agenti di polizia.
La moglie, come lui in vacanza, alzando gli occhi dal best-seller ed incontrando quelli azzurri adoranti del marito, gli lancio’ un bacio leggero ma zeppo d’amore, mentre il vento si dondolava dolcemente avanti ed indietro, su e giu’, rapito dall’atmosfera  zuccherosamente romantica.
Il mare, piu’ in basso,  riverberava pacifico sugli occhiali da sole del paguro, stabilmente sistemato in un sandalo di vernice blu con tacco dodici, acquistato appositamente per lui dalla strepitosa bionda, mentre un gabbiano, volteggiando nel blu, scriveva con cosa non saprei, ma scriveva, la tanto sospirata parola

                                                               FINE


Marisa Cappelletti




Marisa Cappelletti

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